Libertà


Non bisogna guardare al futuro

aspettando gli eventi

ma partecipare in modo attivo

per costruire un futuro migliore.

sabato 1 marzo 2014

Siluet

L'anno nuovo è arrivato, tanti auguri e strette di mano ho ricevuto, promesse e parole inutili ho sentito. Tanti sacrifici dobbiam fare, per l'Italia poter salvare. Per me inizia male, da tanto son disoccupato. Il 5 del mese la pigione debbo pagare, già tante ne ho saltate, questa volta lo sfratto mi vedo arrivare. Il gas lo hanno tagliato, ancora al freddo devo stare. La dentiera mi traballa, dal dentista non oso andare, vecchi conti debbo saldare. Pensandoci bene: - A cosa serve la dentiera, se non ho da masticare? L'acqua e il brodo lo posso ingoiare, costan poco, me ne posso saziare. A cosa serve tutto quel mangiare, carne, pesce e prelibatezze varie, che fanno solo ingrassare, aumenta la glicemia e l'ipertensione, mi rende grasso e impacciato. Allora son fortunato a esser disoccupato. La mia salute non viene intaccata, la siluet mi viene invidiata.

Dilemma della vita

Come vorrei uscire da questo involucro pesante, per sperimentare se esiste il mio spirito, poterlo portare in alto e guardare da lassù le sofferenze umane, attanagliate alle superficialità terrene, dove la volontà non basta per poter cambiare sofferenze, ingiustizie e false ideologie, di coloro che detengono i vari poteri, legati solamente alla brama di notorietà, comando e denaro. Sovente mi chiedo se esista una forza superiore sconosciuta all'uomo, che manovra questi involucri pensanti, non con una legge di uguaglianza e rispetto, ben sì con una forma di sadismo illimitato, per godere delle sofferenze umane. O più semplicemente: - Siamo uno sviluppo dell'incontro dei due spermatozoi, che in un processo chimico danno vita all'uomo, che sviluppa un'intelligenza superiore agli altri esseri, ma non abbastanza da poter spiegare il fine della propria esistenza. Quindi, esistiamo per un processo chimico, che si conclude con la morte del corpo?

mercoledì 4 settembre 2013

Dolore

Siedo vicino al tuo capezzale, guardo il tuo viso stremato dalla malattia, sei pallida, ti manca la forza di parlare. Ti guardo, il tuo viso esprime serenità, ti tengo la mano, sento che la tua vita s’allontana, i tuoi occhi affossati mi guardano, due lacrime scendono lungo le guance scarne, le tue labbra aride e solcate, una parola non riescono a pronunciare. La tua mano debolmente stringe la mia, capisco che mi dici: - ”Addio”. Alzo gli occhi al cielo, pregando: -“ Ti raccomando a Dio”. Chiudi gli occhi, allenti la stretta di mano, reclini il capo, in questo tremendo istante sento che mi hai lasciato solo, Amica mia.

l sesso porta in alto

Il nome di Eva mi voglio dare, che fu la prima antenata … ad essere amata.... Lo fece per piacere o per comodità? Questo non posso dirlo, ma posso dir di me, che sono una gran gnocca, che tanti porcelloni vogliono aver. Voglio parlar in rime, per rendere più dolce questa realtà amara. Nei posti di lavoro i colleghi mi vogliono aver... Però ci sono i capi, che il primato vogliono vantar... Arrivano i padroni, che il diritto di proprietà, vogliono applicare e la frutta prelibata, per primi vogliono assaggiare. Se in alto vuoi salire, le tecniche devi migliorare, i calli alle ginocchia, mi son dovuta fare. Il mondo della moda e della televisione, ho voluto varcare, i calli non son bastati, la depravazione o dovuto accettare. I risultati li ho raggiunti.... con soldi e notorietà. Tutti dicono che son brava, ma che mazzo mi son dovuta fare! La realtà fa male.

Orgoglio

Ci si ama intensamente, uno darebbe la propria vita per salvare quella dell'altro. Ci si scambiano baci, segreti, sogni, carezze, paure ed ‘effusioni. Se uno sta male l'altro lo accudisce con amore, se uno piange, l'altro l'abbraccia e lo consola, un grande amore ti fa sentire sicuro e importante. Non ti senti solo, ti senti forte, assieme, il mondo e le sue insidie a testa alta puoi affrontare. All’improvviso: Una lite banale, si alza la voce, ci si insulta a vicenda, si fa a gara a chi colpisce di più. L'altra persona ti sembra un'estranea, sullo stesso letto non vuoi più dormire, le sue mani non vuoi toccare, il suo sguardo non vuoi incrociare. Tutto questo sembra irreale. Il giorno dopo passata la furia, guardi il tuo amore, lo vorresti abbracciare, stringerla a te e gridarle ;”Ti amo”. Ma l'orgoglio non te lo fa fare, guardi i suoi occhi che brillan di lacrime; ti sembra ancor più bella, vorresti toccarla, vorresti parlarle, il cuore ti si stringe, ma in questo contesto il tuo stupido orgoglio e troppo importane. Passano giorni senza parlarci, ci si guarda di sfuggita, si abbassa lo sguardo, nessuno dei due vuole farsi avanti, i cuori son tristi, si soffre entrambi. Quanti giorno si perdono senza dirsi: “Ti amo”. L'orgoglio in amore è cosi importante?

L’Amore aldilà della vita

Un uomo in camice bianco, dal volto pietrificato che non esprime emozioni, scosta il lenzuolo bianco che ti copre, mostra il tuo viso, color cera, sei di una bellezza non terrena, i lineamenti sono distesi, le sopracciglia sembrano truccate, i tuoi occhi chiusi sembran riposare, la folta chioma nera, fà da cornice al tuo biancore, ti guardo, ho paura a toccarti, non voglio essere certo che tu mi abbia lasciato, il mio cuore batte in modo irregolare, il sangue pulsa attraverso tutto il corpo, facendomi vibrare in brividi di freddo, la mente spazia nel nulla, i movimenti del corpo non riesco a coordinare, avverto una nausea che accenna al vomito, una tosse irrefrenabile mi toglie il respiro, l’averti persa in poche ore è stato terribile, non riesco ad accettarlo. Vivevamo due vite in un corpo, ogni istante da noi vissuto, vibrava nell’aria la parola -“Amore”. Appoggio le mie labbra alle tue che sono fredde e immobili, vorrei soffiare dentro il mio respiro, per poterti ridare la vita, inconsciamente lo faccio ma nulla succede, sono anch’io mortale. Non sopporto l’idea di continuare a vivere senza te, penso di stendermi al tuo fianco, stringermi a te, per sentirmi ancora protetto dal tuo amore, chiudere gli occhi e morire con te …..

Lupara bianca

Totò – Totò … figlio mio, sei anni sono passati, di te più niente abbiamo saputo. Il giudice ci ha detto, che con la lupara bianca sei stato eliminato, contro la mafia, ti eri scagliato. Tu la lupara non avevi imbracciato, solo con le parole avevi parlato, poveri e oppressi difendevi, con i giovani comunicavi, dagli artigli della mafia, questo popolo volevi liberare. Loro la bocca t’anno tappato. Allora: Hanno avuto paura di te, figlio mio. Tu con le parole, loro – con le pistole. Ma i pensieri tuoi non possono ammazzare. Tutti i bravi cristiani ti debbono ricordare, di te per sempre se ne deve parlare. Piango il figlio mio ucciso, che neanche da morto ho più trovato. Come cittadino, davanti a te m’inginocchio …Totò …, che il coraggio di sfidarli non ti è mancato.